Nonostante il Bluetooth sia diventato uno standard nelle automobili moderne, molti utenti continuano a preferire il cavo AUX per la riproduzione musicale. La comodità del wireless si scontra spesso con problemi di latenza, instabilità e qualità audio inferiore.
Uno studio del 2024 di Statista rivela che il 42% dei guidatori under 35 utilizza ancora collegamenti cablati, soprattutto per l’ascolto di musica. La ragione? La compressione del segnale Bluetooth, che riduce la fedeltà del suono, specialmente con formati ad alta risoluzione.
I confronti tecnici evidenziano differenze sostanziali: mentre un cavo AUX trasmette un segnale analogico puro, il Bluetooth opera con codec come SBC o AAC, che tagliano frequenze superiori a 14-16 kHz. Per chi ama i dettagli musicali, la scelta è obbligata.
La latenza è un altro tallone d’Achille: fino a 200 ms di ritardo su alcuni sistemi, percepibile soprattutto nei video. Curiosamente, il 68% delle lamentele sulle recensioni di autoradio Bluetooth riguarda problemi di sincronizzazione.
C’è poi il fattore universalità: il cavo AUX funziona con qualsiasi dispositivo, senza pairing o aggiornamenti. Un vantaggio non da poco, considerando che il 23% degli automobilisti (dati AAA 2025) possiede ancora veicoli precedenti al 2010.
Sebbene il mercato spinga verso il wireless, la resistenza del cavo AUX dimostra che, in alcuni casi, la tecnologia “vecchia scuola” offre prestazioni superiori. Forse il futuro non è così senza fili come credevamo.