Sean Kirkpatrick, fino al 2023 direttore dell’Ufficio per la Risoluzione delle Anomalie del Pentagono, ha passato anni a indagare su avvistamenti UFO. Ma ciò che ha scoperto è, a suo dire, più allarmante degli alieni: tecnologie militari segrete e minacce alla sicurezza globale.
Secondo Kirkpatrick, il 90% degli avvistamenti UFO analizzati dal suo team (dati 2022-2023) aveva spiegazioni convenzionali: droni sperimentali, satelliti o fenomeni atmosferici. Solo il 2% rimaneva “non identificabile”, ma nessuna prova di vita extraterrestre. La vera preoccupazione? Programmi bellici avanzati di potenze rivali, spesso scambiati per oggetti alieni.
Un rapporto del Center for Strategic and International Studies conferma: nel 2023, i test di armi ipersoniche sono aumentati del 40% a livello globale. Tecnologie come queste, capaci di volare a Mach 5+, potrebbero essere fraintese come UFO, creando rischi di escalation militare.
Kirkpatrick avverte anche sui cyberattacchi alle infrastrutture critiche. Un esempio: nel 2022, sensori radar militari statunitensi furono hackerati, generando falsi segnali UFO. “Distinguere tra minacce reali e rumore è diventato impossibile senza intelligenza artificiale”, ha dichiarato.
Cosa significa per il futuro? Mentre il Congresso USA ha stanziato 50 milioni di dollari per la ricerca UFO nel 2024, esperti come Kirkpatrick spingono per maggiori controlli sulle tecnologie duali (civili e militari). La posta in gioco? Evitare crisi diplomatiche causate da errori di identificazione.
Curiosità: nel 1960, un test missilistico sovietico fu scambiato per un’invasione aliena, portando gli USA a mettere in allerta le difese aeree. Oggi, con tecnologie più avanzate, il rischio di falsi allarmi è maggiore.
In conclusione, la vera minaccia potrebbe non venire dallo spazio, ma dalla nostra incapacità di distinguere tra innovazione e pericolo. Come ha detto Kirkpatrick: “Il problema non sono gli alieni, ma ciò che non sappiamo delle nostre stesse armi”.
