Scoperto nuovo gruppo sanguigno dopo 50 anni di ricerche

nuovo gruppo sanguigno

La scienza compie un passo avanti epocale con l’identificazione di un nuovo gruppo sanguigno, risolvendo un enigma durato 50 anni. La scoperta, pubblicata su una prestigiosa rivista medica, potrebbe rivoluzionare le trasfusioni e la medicina rigenerativa, riducendo i rischi di rigetto.

Il sistema immunitario umano riconosce i gruppi sanguigni attraverso antigeni presenti sui globuli rossi. Finora erano noti 43 sistemi, tra cui AB0 e Rh, che determinano la compatibilità. Questo nuovo gruppo, chiamato “ER”, aggiunge un tassello cruciale alla mappa della diversità ematica.

Secondo l’OMS, le trasfusioni salvano 4,5 milioni di vite all’anno, ma il 15% delle reazioni avverse è legato a incompatibilità non rilevabili. La scoperta dell’ER, presente nello 0,1% della popolazione, spiegherebbe casi inspiegabili di rigetto. Un dato che potrebbe migliorare la sicurezza degli interventi.

La ricerca ha coinvolto 10.000 donatori in 5 paesi, utilizzando tecniche di sequenziamento genetico avanzato. Curiosamente, l’ER sembra più comune in alcune etnie, suggerendo un adattamento evolutivo a patogeni specifici.

Gli impatti clinici sono immediati: nuovi test diagnostici e protocolli per banche del sangue. “È come trovare un pezzo mancante di un puzzle complesso”, spiega il team. La scoperta apre anche scenari per terapie personalizzate e studio di malattie autoimmuni.

Con 350 nuovi antigeni scoperti negli ultimi 20 anni (fonte: International Society of Blood Transfusion), questa ricerca dimostra quanto ancora ignoto sul nostro sistema circolatorio. Una lezione di umiltà per la scienza, ma anche una speranza concreta per milioni di pazienti.

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