TraderTraitor: il furto di criptovalute da 1,5 miliardi

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TraderTraitor, il gruppo di hacker legato alla Corea del Nord, è sotto i riflettori per aver sottratto 1,5 miliardi di dollari in criptovalute da un singolo exchange. Secondo gli esperti, si tratta di una delle operazioni più audaci e sofisticate degli ultimi anni, che conferma il crescente interesse di Pyongyang per il crimine informatico.

Le tecniche utilizzate dal gruppo includono phishing avanzato e exploit di vulnerabilità nei sistemi degli exchange. Un rapporto di Chainalysis rivela che, dal 2018, i furti attribuiti alla Corea del Nord hanno superato i 3 miliardi di dollari, con TraderTraitor in prima linea.

Il confronto con altri gruppi criminali mostra una differenza netta: mentre la maggior parte degli hacker punta a somme minori, i nordcoreani operano su scala industriale. Secondo Wired, il 30% dei furti di criptovalute nel 2024 è riconducibile a Pyongyang, con un impatto destabilizzante per il mercato.

Tra le curiosità meno note, il gruppo utilizza server proxy in Europa per mascherare la propria posizione, rendendo difficile il tracciamento. Inoltre, parte dei fondi rubati sarebbe stata convertita in oro e beni fisici per eludere le sanzioni internazionali.

Gli esperti avvertono che gli exchange devono adottare misure di sicurezza più rigorose, come autenticazione a più fattori e monitoraggio continuo. Intanto, le autorità globali intensificano la collaborazione per contrastare questa minaccia, ma la strada è ancora lunga.

Con il valore delle criptovalute in crescita, il rischio di nuovi attacchi è concreto. TraderTraitor rappresenta non solo un pericolo finanziario, ma anche una sfida alla sicurezza informatica globale.

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