Trump rimuove dazi su tecnologia cinese: impatti sul mercato

Donald Trump firma documento per l'abolizione dei dazi su prodotti tecnologici

L’amministrazione Trump ha annunciato la revoca dei dazi del 145% su PC, laptop e dispositivi elettronici di origine cinese, una mossa che segna un’inversione di rotta nelle politiche commerciali statunitensi. La decisione, attesa da mesi, potrebbe avere ripercussioni immediate sui prezzi e sulla supply chain globale.

Secondo dati di IDC, nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato dalla Cina oltre 120 milioni di dispositivi elettronici, con un valore di mercato superiore ai 90 miliardi di dollari. Le tariffe, introdotte nel 2023, avevano causato un rincaro medio del 20% per i consumatori, penalizzando soprattutto le fasce più economiche.

L’esenzione riguarda prodotti come notebook, tablet e componenti hardware, ma esclude ancora smartphone e semiconduttori. Gli analisti sottolineano che questa scelta potrebbe ridurre le tensioni commerciali tra Washington e Pechino, dopo anni di guerra dei dazi.

Il settore tech ha accolto con favore la notizia: aziende come Dell e HP potrebbero beneficiare di costi ridotti e tempi di produzione più rapidi. Tuttavia, alcuni esperti avvertono che la dipendenza dalla manifattura cinese rimane un nodo critico per la sicurezza tecnologica statunitense.

Tra i possibili effetti collaterali, si segnala un calo del 5-7% nei prezzi al dettaglio già nei prossimi mesi, secondo stime di Gartner. Intanto, l’UE valuta se seguire l’esempio americano, mentre la Cina ha definito la mossa “un passo verso la normalizzazione dei rapporti commerciali”.

Curiosità: le tariffe del 145% erano state inizialmente giustificate con motivazioni di sicurezza nazionale, ma un report del Congressional Research Service aveva evidenziato come colpissero principalmente prodotti per uso consumer.

La revoca dei dazi arriva in un momento delicato per l’industria tech, alle prese con carenze di chip e inflazione. Per i consumatori, potrebbe tradursi in un respiro dopo anni di rincari, ma il quadro geopolitico resta instabile.

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