Sicurezza router TP-Link sotto indagine negli USA

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I dispositivi TP-Link, leader nel mercato dei router Wi-Fi, sono al centro di un’indagine delle autorità statunitensi per presunti rischi di sicurezza. Le preoccupazioni riguardano possibili vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate per accessi non autorizzati o raccolta di dati sensibili. Fonti governative suggeriscono anche sospetti legami con la Cina, sebbene TP-Link abbia prontamente smentito ogni accusa.

Secondo un report di Statista, nel 2024 TP-Link deteneva il 12% del mercato globale dei router, posizionandosi tra i top 5 produttori. L’indagine statunitense potrebbe quindi avere ripercussioni significative, considerando che il 38% degli utenti USA utilizza dispositivi di rete a basso costo, spesso proprio di marca TP-Link.

Gli esperti di cybersecurity sottolineano che i router sono sempre più bersagli privilegiati per attacchi informatici. Una ricerca di Kaspersky Lab rivela che nel 2023 il 27% degli attacchi IoT ha coinvolto dispositivi di rete vulnerabili. TP-Link, in passato, ha affrontato critiche per aggiornamenti firmware ritardati, un fattore che amplifica i rischi.

Il Dipartimento del Commercio USA sta valutando se imporre restrizioni all’importazione dei dispositivi, seguendo un trend già visto con Huawei. Intanto, TP-Link assicura che i suoi prodotti rispettano standard internazionali di sicurezza e che i dati degli utenti sono protetti.

Cosa possono fare gli utenti? Gli specialisti consigliano di:
1. Aggiornare sempre il firmware alla versione più recente.
2. Cambiare le password predefinite con combinazioni complesse.
3. Disattivare funzioni non essenziali come l’accesso remoto.

Mentre l’indagine procede, il caso riaccende il dibattito sulla dipendenza tecnologica dalla Cina e sulla necessità di maggiore trasparenza nella catena di approvvigionamento. Restano da chiarire le prove concrete alla base delle accuse, ma intanto la diffidenza verso i dispositivi a basso costo cresce.

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