Ologrammi 3D tangibili rivoluzionano l’interazione digitale

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Una svolta epocale nel campo della tecnologia olografica è stata raggiunta da un team di ricercatori guidati dalla Dr. Elodie Bouzbib dell’Università di Pubb. Per la prima volta, gli ologrammi 3D non sono solo visibili, ma anche tangibili, permettendo un’interazione fisica che fino a oggi sembrava fantascienza.

Questa innovazione si basa su un sistema di ultrasuoni focalizzati che creano pressione sull’aria, simulando la sensazione tattile. Secondo i dati del team, il prototipo attuale raggiunge una precisione del 92% nel ricreare texture e resistenze, superando le aspettative del settore. Un progresso che potrebbe ridisegnare applicazioni in campi come la realtà virtuale, la telemedicina e l’industria automobilistica.

Il mercato globale degli ologrammi, valutato 8,9 miliardi di dollari nel 2024 (fonte: MarketsandMarkets), potrebbe triplicare entro il 2030 grazie a questa tecnologia. Già oggi, aziende come Microsoft e Meta hanno espresso interesse per integrare la soluzione nei loro dispositivi, mentre in Giappone si sperimenta per chirurgia a distanza.

Tra le curiosità meno note, la tecnologia è stata ispirata dal principio dei levitatori acustici, utilizzati in passato per manipolare minuscoli oggetti. Ora, però, la scalabilità del sistema lo rende adatto a interazioni complesse, come manipolare oggetti virtuali con entrambe le mani.

Gli impatti sociali potrebbero essere radicali: immaginate lezioni di anatomia con organi olografici da toccare, o musei dove le opere d’arte prendono vita tra le dita dei visitatori. Senza dimenticare le implicazioni per l’accessibilità, offrendo nuove modalità di interazione per persone con disabilità visive.

Con testing già avviati in 6 Paesi, la commercializzazione è prevista entro il 2026. Restano da affrontare sfide come i costi elevati e l’ottimizzazione energetica, ma la strada per l’olografia tattile è finalmente aperta.

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