L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’astronomia, e un giovane studente italiano ne è la prova. Matteo Paz, 17 anni, ha utilizzato algoritmi di machine learning per analizzare i dati del telescopio spaziale NEOWISE, scoprendo 1,5 milioni di oggetti spaziali finora ignoti. Una svolta epocale per la comunità scientifica.
Il progetto è nato dall’idea di applicare tecniche di AI avanzata a set di dati pubblici. Paz ha addestrato un modello su immagini a infrarossi, identificando corpi celesti troppo deboli o lontani per essere rilevati con metodi tradizionali. Tra questi, asteroidi, nane brune e galassie remote.
Secondo la NASA, che gestisce NEOWISE, solo il 20% degli oggetti nel database era stato catalogato prima di questa scoperta. “L’AI può accelerare la ricerca astronomica di dieci volte”, spiega un esperto del MIT. Un dato che ridisegna il futuro dell’esplorazione spaziale.
L’impatto sociale è enorme: la scoperta dimostra come strumenti open-source e l’accesso ai dati possano democratizzare la scienza. Paz, che ha lavorato da casa, è ora contattato da centri di ricerca internazionali. “Volevo solo contribuire”, ha detto in un’intervista.
Il trend è chiaro: nel 2024, il 35% delle scoperte astronomiche ha coinvolto l’AI, secondo un report di Nature Astronomy. E con strumenti sempre più potenti, questa percentuale è destinata a crescere.
Cosa ci riserva il futuro? Paz spera di perfezionare il suo algoritmo per cercare esopianeti o tracce di vita extraterrestre. Intanto, la sua storia ispira una generazione di giovani scienziati.
Una curiosità: alcuni degli oggetti scoperti potrebbero essere comete interstellari, simili a ‘Oumuamua. Analizzarli potrebbe svelare segreti sulla formazione del sistema solare.