Trump annuncia dazi sui chip: impatti su tech e mercato

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L’amministrazione Trump ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi sui semiconduttori, previsti già dalla prossima settimana. Una mossa che rischia di stravolgere il mercato tech globale, con ripercussioni su prezzi, supply chain e competitività industriale. Fonti vicine alla Casa Bianca confermano che la misura punta a ridurre la dipendenza dai produttori asiatici, in particolare dalla Cina.

Secondo analisti di settore, i dazi potrebbero far salire i prezzi dei dispositivi elettronici fino al 12%, con impatti diretti su smartphone, PC e server. Un dato allarmante, considerando che il mercato globale dei chip vale oggi oltre 600 miliardi di dollari (fonte: Statista, 2025). Le aziende statunitensi, come Intel e Nvidia, potrebbero beneficiare di vantaggi competitivi, ma a scapito di una guerra commerciale con Pechino.

La mossa arriva in un momento critico per l’industria tech, già alle prese con carenze di approvvigionamento e ritardi nelle consegne. Solo nel 2024, il 78% delle aziende ha segnalato problemi nella catena di fornitura dei semiconduttori (dati Gartner). I nuovi dazi potrebbero aggravare la situazione, spingendo i produttori a cercare alternative in Europa o in altri Paesi asiatici come Taiwan e Corea del Sud.

Non mancano le polemiche. Alcuni esperti criticano la scelta, definendola un rischio per l’innovazione. “Penalizzare l’importazione di chip rallenterebbe lo sviluppo di tecnologie emergenti, dall’AI ai veicoli autonomi”, avverte Marco Santarelli, analista di mercato. Intanto, l’UE valuta contromisure per proteggere le proprie aziende, mentre la Cina minaccia ritorsioni su altri settori.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Gli osservatori prevedono un aumento degli investimenti in fabbriche locali, con progetti come il CHIPS Act americano che potrebbero ricevere un’accelerazione. Tuttavia, il vero nodo rimane la tempistica: servono anni per costruire una filiera autonoma, e nel frattempo il mercato dovrà fare i conti con costi più elevati e possibili ritardi.

Una cosa è certa: la guerra dei chip è appena entrata in una nuova fase, con conseguenze che si faranno sentire ben oltre il 2025.

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